In tempi straordinari sono necessarie misure straordinarie, ed è così che è nata l’app Immuni.
In questo breve articolo descriveremo alcuni aspetti dell’ app Immuni legati al suo funzionamento ed alla sua privacy, per capire a fondo di cosa si tratta e che dati intercetta questa app.
Come già saprete, Immuni è il progetto scelto dal governo italiano per il tracciamento dei soggetti risultati positivi al virus e permette di tenere traccia dei dispositivi nelle vicinanze del proprio in modo da segnalare, in caso di positività al virus di un soggetto che vi è stato vicino, che si è stati potenzialmente esposti ad un rischio di contagio e quindi di prendere le dovute precauzioni. L’app è composta da due parti, una dedicata al tracciamento (via Bluetooth) e l’altra ad ospitare una sorta di “diario clinico” in cui l’utente possa annotare i dati relativi alle proprie condizioni di salute, come la presenza di sintomi compatibili con il virus. L’applicazione si fonda, come le soluzioni di Singapore, Apple e Google, sulla tecnologia Bluetooth Low Energy (BLE) e mantiene i dati dell’utente sul proprio dispositivo, assegnandoli un ID temporaneo che viene scambiato tramite Bluetooth con i dispositivi vicini. Gli smartphone conservano quindi in memoria l’ID temporaneo degli altri cellulari con cui sono entrati in contatto. Quando uno dei soggetti che ha scaricato l’app risulta positivo al virus la lista dei codici con cui l’utente è stato a contatto nei giorni precedenti viene caricata su un server: in questo modo l’app invierà una notifica a tutti gli utenti coinvolti. Inoltre gli ID temporanei vengono ricalcolati ogni 15 min, basandosi a loro volta su una chiave che cambia ogni 24 ore per evitare il tracciamento del dispositivo.
L’applicazione è stata creata sotto licenza GNU AGPL v3 e ciò significa che il suo codice sorgente è pubblico e chiunque può vedere il funzionamento effettivo semplicemente visionando il codice sorgente dell’ app. Quindi fin qua non ci sarebbe motivo alcuno di preoccuparsi per l’app Immuni che non richiede alcun permesso a differenza di tante altre app di tendenza che ci chiedono anche di poter leggere i contatti della nostra rubrica, di avere accesso alla nostra memoria e così via (altre anche esponendo i nostri dati a rischio come TikTok, Zoom e così via). Tuttavia, installando l’app, verrà chiesto di attivare la geolocalizzazione: questo permesso è richiesto intrinsecamente da Android stesso, in quanto l’app non sfrutta dati GPS ma solo la localizzazione via Bluetooth, che per il sistema Android è comunque una forma di geolocalizzazione. A questo proposito si consiglia attivare la geolocalizzazione in modalità risparmio energetico ed il bluetooth per permettere il corretto funzionamento dell’applicazione.
Non c’è alcun motivo di preoccuparsi della nostra privacy usando Immuni anzi al momento è un applicazione “antivirus” molto efficace, sicura ed assolutamente trasparente. Perchè quindi ci preoccupiamo della privacy di un app che potrebbe potenzialmente salvarci la vita mentre per le app di tendenza non ci preoccupiamo affatto?
E tu? Hai già installato l’app Immuni? Se no, cosa stai aspettando ??
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Siciliano, appassionato di informatica, elettronica e fotografia, utente xiaomi dal 2012 con Mi 2s. Beta tester MIUI per 2 anni, poi passato al mondo delle customizzazioni. Nel tempo libero tecnico informatico (non professionista) ed impegnato nel mondo del modding Xiaomi da tempo per passione verso la loro filosofia aziendale.
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